A fattu i quattu e maggio.
Chi è
riuscito in una storica impresa, e se ne gode.
Ricette a veccia è maggiu e ancora friddu aggiu.
La “vecchia” nel mese di maggio alle prime
giornate di sole aveva ancora freddo.
L'ove ca' nùn s’è rompono a Pasca nùn s’è rompono cchiù.
Le uova
vanno rotte a Pasqua, altrimenti non si rompono più.
Natale
c’ù sole , pasqua c’ù tizzone.
Natale con
il sole, Pasqua con cattivo tempo.
A' pigna cà nùn se magna a Pascùa nùn se magna cc’hiù.
La “Pigna”
è un antico dolce Pasquale, che veniva consumato solo in quella
occasione.
A
chiovere e murì nùn ce vò niente.
La
pioggia come la morte è imprevedibile può improvvisamente
sopravvenire.
Sé chiove ai quattu brillanti chiove pè tuttu ju mese.
Se piove il quattro di
aprile piove per tutto il mese.
A’ aglina veccia fa sempe ù bbroru bbuonu.
La donna anziana dispensa consigli e saggezza , frutto dell’esperienza
accumulata, così come la gallina vecchia fa un buono brodo.
A
‘aglina fa gl’uovu e u agliu ì n’genne ju culu.
E’
l’eterna disputa su chi lavora di più tra l’uomo e la donna; sembra essere
in questo caso la donna ad essere considerata la più sacrificata nel lavoro.
A
bellezza finu a porta e a buntà finu a morta.
E’ meglio avere più bontà d’animo che bellezza esteriore.
A bucia è a pace rà casa.
A
volte dire delle piccole bugie serve soprattutto in famiglia a rasserenare e
a raggiungere la cosiddetta “ pace familiare”.
A
cammisa che nun vò stà cù te , pigliala e stracciala.
Chi prova disagio a stare con noi è meglio mandarlo via, non serve.
A Cannalora, si jocca o chiove,
vierne è fore, si è bontiemp viernu è rentu.
Il giorno della Candelora ovvero della Purificazione della Vergine, se
nevica o piove l’inverno si può dire finito, se invece il tempo è buono,
l’inverno potrebbe riservare ancora molte sorprese.
A crianza è àcchì 'a fa , no ' àcchì 'a riceve.
La
buona azione “ creanza” vale soprattutto per chi la fa, non chi la riceve.
A
cunfìrenza è padrona da mala
crìanza.
Dare troppa
confidenza , a volte può essere interpetrata male da chi la riceve, e spesso
può sfociare in dissidi insanabili.
A cannéla se cunsuma e 'a prucessione
nùn cammina.
E’ un inno contro gli sprechi inutili ed il superfluo, perché indica che la
candela accesa durante la processione si sta inesorabilmente consumando, e
la processione si è fermata, quindi c’è un grande spreco di cera.
'A cuntentezza vene r’u core.
La felicità viene dal cuore, è un sentimento che nasce spontaneo.
A canzona e
gl’acquari.
Dire e ridire o fare sempre la stessa cosa o perpetuare sempre negli stessi
errori, è come un ritornello di una canzone, che ripete sempre lo stesso
ritornello.
Acquaiuò
l’acqua è fresca?
Quando
si chiede una conferma di un fatto o di una cosa ad una persona complice
compiacente o cointeressata alla stessa cosa, e spesso la si usa come
testimonianza di comodo, per affermare le cose concordate in precedenza.
A capu che nun pensa s’e ciama
cucozza.
La testa è fatta per pensare; chi non la usa è come se avesse al suo posto
una zucca vuota.
A carne ‘e vaccina sbruvogna chi
‘a cucina.
La carne bovina a volte non ha una buona resa in cucina, e la cuoca spesso
va incontro ad una magra figura.
A carta e musica n’mmani a i
cicati.
Lo spartito musicale è difficile da leggere, figurarsi per coloro che non
sanno neanche una nota.
A Cicciuvettula triste a chi
guarda nò addò canta.
La civetta del malaugurio triste dove rivolge lo sguardo.
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