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Ti criticheranno sempre,
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dal CORRIERE DELLA SERA DI VENERDì 3 DICEMBRE 2004. CORREVA L'ANNO 1939 LA CASSETTA DELLE LETTERE USATA DAI SOLDATI ITALIANI IN ALBANIA.
Tirana, era il 1939 Mussolini invase l'albania , circa 118 mila soldati italiani la presidiano durante il conflitto mondiale. La campagna italiana di Grecia invece si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23 aprile 1941, nell'ambito dei più vasti eventi della campagna dei Balcani della seconda guerra mondiale. La campagna si aprì con un'offensiva del Regio Esercito italiano a partire dalle sue basi in Albania (controllata dagli italiani fin dall'aprile 1939) verso la regione dell'Epiro in Grecia, mossa decisa da Benito Mussolini al fine di riequilibrare lo stato dell'alleanza con la Germania nazista e di riaffermare il ruolo autonomo dell'Italia fascista nel conflitto mondiale in corso. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, Hitler si affretta a spedirvi le sue truppe, così circa 75mila dei nostri soldati finiscono prigionieri dei Tedeschi, e vengono trasferiti nei campi di concentramento nazisti. Altri 20mila si nascondono, li accolgono i contadini Albanesi, gli cambiano il nome e li vestono con Geleshe un bianco copricapo. Più di 10mila vagano in attesa di un rimpatrio che più tardi arriverà. "Un Generale italiano nella Chiesa di di S.Paolo a Durazzo, affermava:" hanno detto che ci verranno a prendere". Ci fu un anno di blackout completo, dall'Italia partivano lettere che non arrivavano a destinazione, fu un anno di complete privazioni, dove c'era la mancanza di cibo e di ogni altra cosa, queste lettere ritrovate nell'archivio di Stato Albanese, parlano il linguaggio popolare, e gridano la sofferenza dei soldati , delle loro madri e mogli che stanno in attesa di notizie. All'inizio del 1945 qualche notizia incomincia ad arrivare, è scritto in una lettera : "Tua cugina Rita si sposò col soldato che sai tu e otto giorni dopo sposò anche Ninuccio, la moglie che si prese è di Cassano. Festosa anche l'accoglienza riservata ad Antonio della provincia di Benevento, dice il cognato : " aspettiamo la tua venuta per farci una sciambagnata tutti insieme che io con mia moglie tia biamo stipate nove bottiglioni di vino da due anni".... Gaetano scrive il 24 novembre 1944, di aver passato tre Natali tristi senza i suoi genitori.... Erano più di una decina i i giovani soldati di Pietravairano ( tra i quali mio padre Raffaele) impegnati sul fronte Greco-Albanese anche loro hanno raccontato di stenti e di fame, durante quegli anni di prigionia e alcuni sono anche morti sul fronte.
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Tra poco tocca a me. Tra poco. Manca poco. Questione di minuti. Solo un pò di tempo per rilassarmi, concentrarmi, ripetere un pò la parte. Poi mi tocca. Anzi ripetere no, meglio di no, dicono che non bisogna ripetere troppo, dicono che ripetersi le cose nono serve, che mette ansia. Niente ripetizioni. Concentramento , quello si, io sono qui e devo fare questa cosa, consapevolezza, consapevolezza dello stato del momento. Come sono? Sono teso? Sì, sono teso, ansioso, preoccupato, affamato, e se va male? Se faccio una figuraccia ? Se qualcuno ride? Devo rilassarmi, stendermi stare calmo. Questo devo fare in questi pochi minuti. Stare calmo, rilassarmi. Ci ho all'incirca un paio di minuti. Non devo pensare a niente. Due minuti. Due minuti per non pensare a niente. Due minuti . Sono pochi due minuti, sono pochi ! Solo due minuti mancano, solo due minuti. Più o meno tra due minuti toccherà a me, dovrò andare lì, davanti a tutti, davanti a tutta quella gente!..................... Pensa mi sa che ci siamo quasi, vedo che qualcuno che mi sta facendo segno. Fai il vago però, non far vedere che sei teso, su, un minimo di decenza, rilassati un secondo, stai sudando come un porco, pensa dopo che ti guarderanno tutti, sotto i riflettori, con la tensione addosso, allora sì, altro che adesso. Calmo. dunque pensiamo un pò a quello che devo dire : io vado là e....sì. Occhei , occhei . Io vado là e quello sicuramente mi ........ cioè prima magari mi saluterà, e allora io devo far vedere che sono educato, devo far vedere , buongiorno devo dire, buongiorno. Devo farlo o no il sorriso quando dico buongiorno? Forse poi sembra che me lo voglia arruffianare , che magari , io lo so che magari la gente poi pensa di tutto. Buongiorno. Buongiorno: E poi comincerà a chiedermi, a farmi la prima domanda , ed io dovrò rispondergli subito, senza far vedere che sono teso, devo rispondergli, tanto lo so quello che devo dire, no? Ho studiato , sono preparato , lo so, sono tranquillo. Però, tremo, tremo come un coniglio, porca miseria. Il fatto che a prima domanda magari è semplice , ma poi quello continuerà a chiedere, chiedere, a dire " E poi ?" . " E poi ?", e allora io.... madonna mia : Speriamo bene , speriamo. ...........Oramai sono soltanto secondi, sono, solo secondi. Mi raccomando, calmo. Vai lì, tranquillo, lì davanti, calmo: dai che è una stronzata, su dai . E' il numero ventisette poi ci sono io, tocca a me tocca, eccolo, tocca a me, sono solo secondi, istanti, attimi , eccolo mi stanno guardando tutti. Poi arriva lui , eccolo, chiama il ventotto, sono io. Buongiorno. devo pensare, pensare, non farmi prendere dal panico, pensare , concentrarmi. So quello che devo dire, lo so, l' ho studiato. Calma . Una sfogliata per favore. Riccia o frolla ? Riccia , riccia .
...Molte
tra le antiche civiltà hanno al loro interno un punto che le accomuna; sia,
trattato come argomento religioso, sia come epopea o mito di Eroi, sia come
accadimento con crisma di storicità: questo è il Diluvio, o più Diluvi che,
come nel ciclo “Avatarico” Indu, nelle tradizioni Amerinde, e nei loro
paralleli racconti sia degli Aztechi messicani, dei Maya costaricensi e
degli Incas peruviani, esplicitamente pongono un Diluvio alla fine di ogni
Era ciclica; ed il prospetto dei quali ricorda in maniera inequivocabile - a
parte qualche importante variante indigena - quello delle cosmologie
arcaiche del Vecchio Continente. Quale connessione lega tutte queste
civiltà? la risposta più plausibile è il medesimo ceppo arcaico originario,
una civiltà mondiale che si espandeva colonizzando e portando la propria
cultura e religione ai popoli che abitavano i continenti o il continente di
quegli antichissimi tempi, una civiltà che conviveva con ceppi indigeni non
ancora civilizzati (forse un bene per loro), un po’ come oggi noi conviviamo
con gli Indios amazzonici, o gli aborigeni australiani, o tribù
centro-africane. Sconvolgimenti, cataclismi dovuti con tutta probabilità ad
eventi celesti quali la caduta di frammenti di comete, come si può desumere
dal “Libro etiopico di Enoch” o veri e propri asteroidi come quello ritenuto
colpevole 65 milioni di anni fa dell’estinzione dei dinosauri, hanno
decretato la fine di queste civiltà, magari poi una rinascita e nel rispetto
della ciclicità una nuova distruzione. I superstiti o i nuovi creati( questi
per insegnamento), hanno mantenuto un ricordo atavico, e pur nella loro
seguente dispersione e diversificazione territoriale, il retaggio della loro
“unicità” di civiltà progenitrice ancestrale, si possono riconoscere, in
questi miti che affondano le radici in una certezza anche se non ancora del
tutto dimostrata ma sicuramente storica. Il ricordo de “L’età dell’oro” lo Zep-Tepi Egizio “Il primo tempo” quando regnavano gli Dèi e la pace si
estendeva sul mondo è nostalgicamente presente in tutti i popoli. In
Mesopotamia costituisce uno dei principali argomenti delle mitologie sumera
e assiro-babilonese. Addirittura fondamentale sembrerebbe per l'ideologia
religiosa sumera, in quanto il diluvio vi è inteso come l'evento sacro che
divide qualitativamente il tempo in due parti: l'ante-diluviano e il
post-diluviano. Scavi in Mesopotamia testimoniano di una grande alluvione
verificatasi certamente verso il 2900 a. C., agli inizi del periodo protodinastico: tracce consistenti di questo diluvio sono presenti a
Shuruppak, la città del diluvio secondo la leggenda mesopotamica di
Utnapishtim, mentre quelle trovate a Ur appartengono a due diluvi molto più
limitati, uno più recente e uno più antico di quello avvenuto a Shuruppak.
Non altrettanto fondamentale è l'argomento nella posteriore letteratura
assiro-babilonese che, tuttavia, fornisce maggiori ragguagli sulla vicenda
mitica. oltre al problema delle vie e dei tempi di diffusione del racconto,
a partire da una cultura originaria in cui avrebbe preso forma e
significato, sono di fondamentale interesse le differenziazioni dallo schema
comune, per la loro capacità di connotare e qualificare le culture che ne
sono portatrici. come accade in un mito indonesiano (is. di Nias) che parla
di un'inondazione rivolta contro le montagne. La Terra era ancora confusa
con le acque, come appare in numerosi miti cosmogonici, e il diluvio è
inteso come un rinnovamento, una rigenerazione: una specie di grande bagno
purificatore e restauratore delle energie originarie, fonte della rinascita
o della nascita di un'umanità nuova. Tale idea comporta, almeno in potenza,
una concezione ciclica del divenire: quasi che l'umanità perfetta delle
origini si corrompesse con il passare del tempo e, a un dato momento, avesse
bisogno di essere rigenerata per dar vita a un nuovo ciclo. Platone narra,
del Diluvio atlantideo, e il riferimento cronologico di cui egli parla
(9.000 anni prima del millennio dei propri contemporanei - tale sarebbe la
distanza dell'avvenimento citato) è un riferimento generico, da intendere
nel senso che l'evento si era verificato 9 millenni prima; cioè, secondo
l'attuale datazione, nell'XI millennio a.C. Il calcolo astrologico dà
esattamente la data del 10.960 a.C., scadenza ciclica del "Diluvio di
Acqua". Precisa che i Greci rammentavano nelle loro memorie solo l'ultimo
Diluvio, di Deucalione e Pirra, ma che molti altri ne erano capitati in
tempi più remoti. Non solo, ma aggiunge che tale tipo di fenomeno sarebbe
avvenuto "di nuovo nel solito intervallo d'anni", mostrandoci dunque che non
era questione di favoleggiamenti - come purtroppo molti da allora fino a
oggi hanno supposto - bensì di "vera storia". La Mesopotamia tratta a sua
volta del Diluvio nell'Epopea di Gilgamesh, nell’Atra-Hasis, e nel mito
Sumerico del Diluvio di Ziusudra; la Bibbia con il suo Noé, (racconto di
chiara provenienza mesopotamica),e con essa le varie versioni tratte da
libri apocrifi. Qui è intenzione di dare un’esposizione ampia dove è
possibile delle opere riguardanti il Diluvio, per dimostrare la tesi
dell’unica civiltà generatrice, cercando in questo modo di far riemergere
una storia, un nostro passato, velato, dimenticato, relegato a mito, che non
ha diritto di “abitazione” nell’ortodossia accademica, ma che ci risponde a
tante domande e soprattutto ci appartiene. torna alla pagina PRIMA PAGINA HOME TI RENDI CONTO DI VIVERE NEL 2020 QUANDO...
1. Per sbaglio inserisci la password nel microonde. 6. Rimani in macchina e col cellulare chiami a casa per vedere se c'è qualcuno che ti aiuta
a portare dentro la spesa..
anni della tua vita, ora ti crea il
panico e ti fa tornare indietro per prenderlo. caffè. 11. Cominci ad arrovellarti il cervello alla ricerca di modi per
sorridere. ( : ) (o)
E ora
sei tornato indietro per vedere se davvero manca il punto 9.. si PERCHE' MANCA ANCHE IL PUNTO 12 !!!!!! autore: Gianfranco Lucia Roma Ricevuto il:3/05/2006
Essere come la moglie di Cesare – Essere al di sopra di ogni sospetto. Plutarco, nel decimo capitolo della Vita di Giulio Cesare, ci dice che in occasione di una festa dedicata alla dea Bona, cui potevano partecipare soltanto le donne, Pompea, moglie di Cesare, accolse nella sua abitazione, un suo spasimante, Publio Clodio, travestito da suonatrice. Ma l’inganno venne scoperto e Clodio scacciato via, poi trascinato in tribunale. Cesare, fu’ citato come testimone. Alla domanda del pubblico ministero, rispose che non conosceva personalmente Clodio e che non sapeva nulla delle sue malefatte. Il magistrato non sembro’ convinto di quella risposta e prego’ il dittatore di essere più’chiaro. Al che, l’illustre testimone rispose che la moglie di Cesare doveva essere al di sopra di ogni sospetto.
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I CONTI DI CIAMPINO
Si
racconta che Umberto di Savoia, quando si era recato a Ciampino,
da cui stava partendo per l'esilio, era stato accompagnato da un
codazzo di cortigiani, tra i quali si trovavano quelli che
avevano richiesto un titolo nobiliare.
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7 in condotta note disciplinari
"L'alunno C.M. viene espulso dall'istituto per una settimana, perchè attuava uno scambio di persona col suo gemello, che apparteneva ad un altro istituto" . "L'alunno M.G. al termine della ricreazione sale sul bancone adiacente la cattedra e dopo aver gridato: "Ondaaaa energeticaa" emise un rutto notevole che incitò la classe al delirio collettivo". "L'alunno A.B. dopo essere stato intimato di prendere la porta ed uscire, la scardina e la porta con se' in corridoio".
"L'alunno X durante l'intervallo intrattiene dalla finestra dell'aula gli alunni dell'istituto imitando Benito Mussolini, munito di fez e camicia nera, presentando una dichiarazione di guerra all'istituto che sta dall'altra parte della strada" . "L'alunno L. P. alla consegna delle verifiche di inglese, allega alla sua verifica dieci euro" .
L'Alunno M. vaga per l'aula in mutande. Si prega di fare fotocopia e far firmare ai genitori. "L'alunna B.M. ha insinuato che la cosa che pesa di più nei miei discorsi è l'alito. Chiedo ai genitori un immediato colloquio" .
"Gli alunni F***, G***,E*** in ultima fila "votano" gli interventi dei compagni con delle "palettine" numerate artigianali" .
L 'alunno M. dopo la consegna del pagellino da far firmare ai genitori lo riconsegna firmato 2minutii dopo. Sospetto che la firma non sia autentica:D " Farruggia esce alle 10.25 accompagnato dai Carabinieri" .
La prof bertoli mi ha messo una nota xk ho chiesto di andare in bagno(erano le 11:00)sono tornato alle 12:37 con un nuovo taglio di capelli .
"Alla richiesta della prof. di italiano "dimmi una frase con un congiuntivo" l'alunno M.M. risponde "che tu sia maledetta"".
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